Elezioni Ordini: chi ha vinto veramente?

Da circa un paio di mesi si sono concluse le elezioni che hanno visto il rinnovo dei Consigli territoriali degli Ordini degli Psicologi. Penso sia utile a questo punto fare un’analisi dei risultati che queste elezioni hanno sancito partendo dai numeri.

La partecipazione

La prima considerazione è che in generale pochi colleghi vanno a votare. Si tratta del 15% circa, una percentuale che si ripete negli anni con variazioni minime, che porta a credere che per aumentare in maniera significativa l’affluenza si debba optare per il voto telematico, unico modo per arrivare ad avere almeno il 25% dei votanti. Il voto elettronico inoltre consentirebbe un risparmio di diverse centinaia di migliaia di Euro (all’ENPAP il risparmio è stato di circa 1 milione di Euro). L’esperimento è già stato fatto da altri Ordini e dalla nostra stessa Cassa di Previdenza e sicuramente appare ad oggi il sistema che garantisce maggiore partecipazione oltre ad essere il modo più sicuro contro brogli e procedure improbabili che possono addirittura arrivare ad annullare la volontà degli elettori e molto probabilmente a stravolgere il verdetto elettorale (vedi il caso Puglia).

I risultati elettorali

Passando a un’analisi dei risultati delle elezioni invece, appare confermata la volontà espressa attraverso il voto di una richiesta di cambiamento radicale da parte dell’elettorato, che premia AltraPsicologia. Infatti da 3 Regioni governate si passa a 6, e si tratta di Regioni di peso perché gli iscritti di Lazio, Veneto, Sicilia, Emilia Romagna, Campania e Marche rappresentano il 50,04% del totale degli psicologi italiani.

Se poi consideriamo il fatto che in molte Regioni AltraPsicologia non ha ottenuto la maggioranza per una manciata di voti (in Toscana per 34 voti; in Molise per 27 voti; in Sardegna per 21 voti; in Abruzzo per 11 voti; in Basilicata per 10 voti; in Calabria per 8 voti), e in altre Regioni siamo comunque entrati in minoranza, appare chiaro quale sia realmente la volontà degli elettori. A fronte di gruppi sparsi, dai nomi spesso improbabili, l’unico vero progetto riconoscibile sul piano locale e nazionale appare essere quello di AltraPsicologia che arriva a contare 104 Consiglieri eletti su un totale di 289 Consiglieri (sommando tutti i Consigli territoriali). Va poi considerato che i 185 Consiglieri non appartenenti ad AltraPsicologia sono suddivisi in almeno 18 diversi raggruppamenti, quindi realtà locali che non hanno alcuna visione comune sulla professione. Va poi considerato che il totale assoluto delle maggioranze di tutti i Consigli si ottiene con una forbice che va dai 155 ai 176 Consiglieri, insomma qualche decina di Consiglieri in più rispetto a quelli eletti nelle liste di AltraPsicologia (che peraltro in alcune regioni non aveva proprio candidati).
Insomma numeri importanti che testimoniano una crescita significativa dell’associazione e soprattutto di un progetto politico che vede il favore degli elettori in quasi tutte le Regioni.

Il Consiglio Nazionale (CNOP)

Numero Consiglieri eletti

Appare dunque interessante capire che ricaduta abbia questo risultato a livello di Consiglio Nazionale (CNOP). Ecco, qui iniziano i problemi. Il primo riguarda la Legge, evidentemente ormai superata, d’altra parte dopo 31 anni, sembra giunto il momento di cambiare quel tipo di organizzazione che rappresenta una democrazia al contrario. La norma infatti prevede che a rappresentare gli Psicologi italiani siano i Presidenti delle singole Regioni, laddove ognuno vale uno, a prescindere dalla Regione in cui è stato eletto e soprattutto dal numero di voti ottenuti. E qual è l’effetto di tutto ciò? Che la maggioranza che ha eletto 3 cariche su 4 dell’attuale Consiglio Nazionale in realtà è una minoranza che rappresenta il 49,96% (la quarta carica, la vice Presidente Parolin della Lombardia, è stata votata anche da noi di AltraPsicologia con la richiesta esplicita che faccia da garante di quell’equilibrio totalmente assente nel precedente Consiglio). Va poi considerato che le elezioni delle 3 cariche (Presidente, Segretario e Tesoriera) hanno visto due astenuti fissi ad ogni votazione (per la Tesoriera addirittura le astensioni sono arrivate a 4), che non sappiamo chi siano, visto che il voto era segreto, ma ciò significa che la percentuale con cui sono state elette è ancora inferiore al 49,96%. Una minoranza netta insomma!

Se poi andiamo a vedere i singoli eletti scopriamo che Lazzari (Presidente) è stato eletto in Umbria con 281 voti, Calvani (Segretario) è stato eletto in Friuli Venezia Giulia con 422 voti, e Quaquero (Tesoriera) è stata eletta in Sardegna con 507 voti. In totale queste 3 Regioni raggiungono il 5,38% del totale degli iscritti e i 3 eletti sono diventati Presidenti con un totale di 1.210 voti, meno ad esempio dei voti con i quali sono stato eletto (1.486) come Presidente del Lazio dove, da solo, rappresenterei il 17,84% del totale degli iscritti, o dei voti con i quali è stata eletta (1.496) Gaetana D’Agostino come Presidente della Sicilia (7,61%), che come AltraPsicologia abbiamo proposto come Presidente del Consiglio Nazionale. Per dare un’idea complessiva e ancora più chiara, se si esclude la Puglia che ci auguriamo venga presto Commissariata visto come si sono svolte le elezioni, la somma dei voti di tutti i 14 Presidenti eletti (5.269 voti totali) che hanno votato le 4 cariche è inferiore di 103 voti rispetto alla somma dei voti dei 6 Presidenti eletti (5.269 voti totali) di AltraPsicologia.

I tre inoltre, che rappresenteranno nelle sedi istituzionali tutti gli Psicologi italiani attraverso le loro Cariche, sono in netta continuità con il precedente Consiglio dove però 3 rappresentanti su 4 sono stati sonoramente battuti nelle proprie Regioni in modo diretto (Fulvio Giardina in Sicilia) o in modo indiretto (Anna Ancona in Emilia Romagna e Alessandro De Carlo in Veneto dove, pur non essendo candidati, ad essere bocciata dagli elettori è stata la lista). Insomma un segnale che dovrebbe essere arrivato in modo chiaro. Eppure i Presidenti, noncuranti dell’evidenza, si sono messi d’accordo tra di loro e hanno rinnovato la fiducia ad un progetto bocciato dall’elettorato, assegnando le più alte Cariche della rappresentanza della Psicologia italiana, con alto sprezzo della volontà della comunità professionale, a soggetti che già in passato hanno dimostrato di non essere all’altezza di ricoprire quei ruoli come, ad esempio, Calvani che dovrebbe essere considerato impresentabile da chiunque, visto il ruolo ricoperto in Enpap durante lo scandalo di Via della Stamperia (era sindaco, ovvero colui che avrebbe dovuto vigilare, ai tempi della truffa). Quando senti parlare Calvani dello scandalo di via della Stamperia capisci che uno così non lo vorresti neanche a gestire i conti del tuo condominio. Uno che sembra non sentirsi in alcun modo responsabile rispetto a quanto avvenuto, nonostante il ruolo ricoperto. Faceva il sindaco senza probabilmente avere alcun tipo di competenza in tale ambito, non si è accorto di una truffa ai danni dell’Enpap che per il livello di complessità sembra aver preso spunto dalla Banda Bassotti, ma siccome lui non è indagato si ritiene assolutamente legittimato e all’altezza di ricoprire qualsiasi altro ruolo.

Parliamo ovviamente di un caso estremo, ma anche di un sistema e di una Legge che consentono ad un gruppo “X“ di avere una maggioranza sul piano dei numeri in Consiglio, ma inconsistente sul piano della rappresentanza. Una maggioranza (minoranza!) composta per lo più da soggetti singoli, noti solo all’interno di realtà locali e senza una proposta di valore complessiva per la professione. Individui che in una votazione diretta nazionale quasi certamente non riuscirebbero neanche ad essere eletti.

Insomma le regole le conosciamo e le accettiamo, ma vista l’inadeguatezza di certi soggetti e, specie dopo i fatti pugliesi, appare lampante che dovremo intervenire per modificare la Legge che oggi appare favorire una democrazia al contrario, dove a governare sono le minoranze.

Ora, come questi possano rappresentare una categoria importante come la nostra è tutto da scoprire. Peraltro parliamo di colleghi che non hanno esperienza neanche in ambito amministrativo. Umbria, Friuli Venezia Giulia e Sardegna hanno bilanci che non arrivano al mezzo milione di Euro, amministrati da Enti con 2 o 3 dipendenti. L’unica che viene presentata con un Curriculum che sembrerebbe adeguato è la Quaquero, curiosamente la meno votata (con 4 astensioni, oltre ai 6 voti di AltraPsicologia che erano andati al sottoscritto) che da quanto riportato da Wikipedia è l’unica ad aver gestito Enti di un certo rilievo dal momento che “dal 2005 è stata nominata Assessore provinciale alle Politiche Sociali, Famiglia e Immigrazione della Giunta guidata da Graziano Milia. Nominata vice presidente, in seguito alla decadenza per ragioni giudiziarie del presidente Graziano Milia (n.d.r. condannato in via definitiva a 1 anno e 4 mesi per abuso d’ufficio), ha assunto le funzioni di Presidente della Provincia il 29 dicembre 2011 e ha cessato il mandato il 30 giugno 2013”.

Certo magari le frequentazioni non sono il massimo, ma evidentemente la minoranza di meglio non ha trovato. Insomma la verità di questi numeri è che se gli Psicologi Italiani vogliono davvero contare qualcosa è giunto il momento di modificare il sistema elettorale del Consiglio Nazionale, perché i prossimi 4 anni molto probabilmente saranno ancora tempo perso e la nostra Professione non se lo può più permettere.

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